Vienna discute: ripensare la neutralità dopo la guerra in Ucraina!

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L’8 luglio 2025 gli esperti discuteranno della politica di pace e neutralità in Europa al Forum austriaco per la pace.

Am 8. Juli 2025 diskutieren Experten auf dem Österreichischen Friedensforum über Friedens- und Neutralitätspolitik in Europa.
L’8 luglio 2025 gli esperti discuteranno della politica di pace e neutralità in Europa al Forum austriaco per la pace.

Vienna discute: ripensare la neutralità dopo la guerra in Ucraina!

In un momento in cui la politica di sicurezza in Europa è in pericolo, l’importanza della neutralità dell’Austria è un argomento molto dibattuto. Al Forum austriaco per la pace, che si è svolto al castello di Schlaining e moderato da Damita Pressl, sono intervenuti esperti provenienti da diversi settori. Tra loro c'erano Ursula Plassnik (ÖVP), Georg Häsler (NZZ), Alexander Dubowy (esperto dell'Europa dell'Est) e il politologo Heinz Gärtner. [Falter] riferisce che il comitato ha discusso la situazione della politica di sicurezza dopo la guerra d'aggressione russa contro l'Ucraina, nella quale è stato esaminato in modo particolarmente critico il ruolo della neutralità.

Il panorama della politica di sicurezza è infatti cambiato radicalmente per quanto riguarda la possibilità dell’Austria di assumere un ruolo attivo nella gestione dei conflitti. Ciò solleva la domanda: come si posiziona l’Austria in questo mondo turbolento?

Neutralità nel tempo

Nella sua analisi della politica di neutralità dell'Austria, Martin Senn descrive tre dimensioni che controllano la discussione: lainterpretazione, ILattrattivae ildeterrenza. Diventa chiaro che ci sono sempre dibattiti all’interno del paese sulla concezione della neutralità, soprattutto quando le condizioni quadro cambiano. Le misure volte a garantire la neutralità, come la mediazione nei conflitti o l’accoglienza di organizzazioni internazionali, svolgono un ruolo centrale.

Inoltre, Senn descrive quattro fasi nello sviluppo della neutralità austriaca, che portano dal consolidamento del 1955 all’attuale stagnazione. Durante gli anni ’70 e ’80, la neutralità conobbe un periodo di espansione prima di riorientarsi dopo la fine del conflitto Est-Ovest. Oggi, si nota, c’è una depoliticizzazione della neutralità. Ciò si riflette anche nei programmi politici; Mentre alcuni partiti insistono contemporaneamente sulla neutralità, altri si concentrano su una politica di difesa comune europea [Parlament.gv.at].

Il bilancio delle forze armate e la percezione pubblica

In questo contesto il libro di Alfred C. Lugert fa luce sulla situazione della politica di sicurezza austriaca. Vengono sottolineate le strutture incostituzionali dell'Esercito federale e si riconosce che l'attuale finanziamento - fino a 3 miliardi di euro all'anno - è spesso considerato discutibile. L'autore critica l'incapacità di mantenere un sistema di difesa efficace e finanziariamente sostenibile, che pregiudica non solo la sicurezza ma anche la credibilità della neutralità [Buchhandlung Stoehr].

Qui la responsabilità della politica è grande: a causa del mancato rispetto delle norme costituzionali, i compiti dell'esercito federale non possono essere svolti in modo adeguato. Un sistema di milizia proposto potrebbe rappresentare un approccio più flessibile per soddisfare le esigenze di un panorama della sicurezza in evoluzione. Lugert invita la popolazione, i media e gli attori politici a partecipare ad una politica di sicurezza costituzionale.

La discussione sulla neutralità austriaca e sulle forze armate è intensificata dalle tensioni geopolitiche. Alla luce degli attuali sviluppi, è molto importante che la popolazione austriaca partecipi attivamente al dibattito e contribuisca a definire la direzione della politica di sicurezza. Perché una cosa è certa: qualcosa sta succedendo e il nostro Paese ha bisogno di una buona mano per poter affrontare le sfide del futuro.