Centinaia di manifestanti paralizzano il centro di Vienna dopo l'accordo di Gaza!
Manifestazione pro-Palestina l'11 ottobre 2025 a Vienna: centinaia di persone manifestano per Gaza, chiedono sanzioni contro Israele. Nessuna rivolta.

Centinaia di manifestanti paralizzano il centro di Vienna dopo l'accordo di Gaza!
L’11 ottobre 2025 centinaia di persone si sono riunite a Vienna per una manifestazione filo-palestinese che ha colpito gravemente il centro della città. Spinti dall'accordo recentemente annunciato che prevede un cessate il fuoco tra Israele e Hamas, numerosi manifestanti sono arrivati per protestare contro il governo israeliano. Mentre gli organizzatori parlavano di diverse migliaia di partecipanti, la polizia ha stimato in poche centinaia il numero dei presenti. L'organizzazione “Linkswende” aveva tra l'altro incitato alla protesta.
La manifestazione è iniziata a Karlsplatz, nelle immediate vicinanze dell'Opera di Stato di Vienna, e si è spostata lungo l'anello. Non ci sono state segnalazioni di rivolte; la polizia era sul posto per proteggere l'evento. La maggior parte dei partecipanti ha espresso apertamente le proprie accuse contro il governo israeliano e ha chiesto sanzioni internazionali contro il governo di Benjamin Netanyahu. L'accusa di genocidio è stata sollevata più e più volte, il che ha reso chiare le emozioni dei manifestanti.
Un'eco austriaca dell'ondata di proteste
Questa manifestazione a Vienna fa parte di un più ampio movimento di protesta europeo che ha acquisito slancio dopo il 7 ottobre 2023. Nelle ultime settimane sono state organizzate numerose manifestazioni per Gaza anche in città come Berlino. Uno sguardo agli sviluppi attuali mostra che le manifestazioni pro-Palestina sono motivate non solo da preoccupazioni politiche, ma anche dai diversi partecipanti, che includono studenti, comunità di migranti e gruppi per i diritti umani. Questi gruppi sembrano uniti, ma spesso lottano contro grandi resistenze e percezioni di stigmatizzazione.
Jannis Grimm, ricercatore sui conflitti, segue questo movimento fin dagli esordi e sottolinea che le proteste sono spesso caratterizzate da un senso di ingiustizia. Dato il cessate il fuoco, tuttavia, non c’è stata una massiccia rimobilitazione delle proteste, ma c’è ancora un flusso costante di manifestanti che sostengono la causa palestinese, con la partecipazione anche di partecipanti con simpatie per Hamas e Hezbollah.
Sfide e tensioni
In un contesto più ampio, città come Berlino dimostrano che le manifestazioni non sono solo espressione di opinioni politiche, ma mostrano anche una grande tensione. Gli episodi di antisemitismo si verificano regolarmente e sono documentati dalla polizia. La radicalizzazione minaccia di mettere in pericolo alcuni gruppi. La senatrice degli Interni di Berlino, Iris Spranger, ha già messo in guardia contro un ulteriore aumento delle tensioni e con conseguenti atti di violenza.
Inoltre, si critica il fatto che le dichiarazioni antisemite e anti-israeliane facciano parte della retorica di molte delle attuali proteste. Voci della società civile, come l’attivista per i diritti umani Seyran Ateş, esprimono preoccupazione per questo sviluppo e chiedono una chiara presa di distanza da tali ideologie. Ateş descrive come preoccupanti i collegamenti tra le varie sottoculture e la comunità LGBTQ, nonché l'odio percepito nei confronti degli ebrei.
I dibattiti sono carichi di emozione e, con le proteste in corso, non solo in Austria, la questione sta diventando visibile anche a livello internazionale. I manifestanti cercano di essere ascoltati e convalidati dall’opinione pubblica, il che sta aumentando la pressione su chi detiene il potere in Europa.
Nel complesso, questa manifestazione a Vienna è il riflesso di un periodo ricco di eventi in cui le sfide delle relazioni internazionali e le tensioni sociali interne diventano evidenti. I cittadini non si trovano solo ad affrontare domande sulla propria posizione politica, ma devono anche affrontare gli effetti globali dei conflitti che si estendono ben oltre i propri confini.