Ludwig promuove la videosorveglianza a Vienna: un passo verso uno Stato di controllo?
Vienna sta progettando di espandere la videosorveglianza per prevenire la criminalità, sostenuta dal sindaco Ludwig e dal ministro degli Interni Karner.

Ludwig promuove la videosorveglianza a Vienna: un passo verso uno Stato di controllo?
La videosorveglianza potrebbe presto essere ampliata a Vienna. Il sindaco Michael Ludwig (SPÖ) sostiene i piani del ministro degli Interni Gerhard Karner (ÖVP) di espandere la sorveglianza in altri luoghi. Attualmente solo 20 luoghi in Austria sono dotati di videosorveglianza, tra cui Reumannplatz e Praterstern, Keplerplatz e Karlsplatz a Vienna. Queste misure mirano innanzitutto a contribuire alla prevenzione della criminalità.
Un nuovo decreto del Ministero dell'Interno ha creato le basi per farlo. Permette di installare telecamere in luoghi in cui vi sono prove di “attacchi pericolosi o strutture criminali”. In precedenza ciò era possibile solo in luoghi in cui si erano già registrati incidenti pericolosi. Tuttavia, il luogo esatto in cui verranno installate queste nuove telecamere è ancora in sospeso.
I Verdi di Vienna sono scettici. Mettono in guardia contro una sorveglianza diffusa senza alcuna ragione specifica e si esprimono a favore di una legge efficace sulle armi. Judith Pühringer, la leader del partito, non è acritica riguardo all’esaurimento delle possibilità di sorveglianza. Anche l’FPÖ ha un atteggiamento misto: è aperto alle telecamere in luoghi infestati dalla criminalità, ma allo stesso tempo chiarisce che i diritti fondamentali e le libertà civili devono essere tutelati.
L'esperto di protezione dei dati Nikolaus Forgo esprime preoccupazione per il possibile sviluppo di uno "Stato di controllo". Teme che il nuovo decreto possa essere giuridicamente controverso e possa essere rivisto dalla Corte Costituzionale o dalla Corte di Giustizia europea. Secondo il Governo austriaco I dati fotografici, comprese le registrazioni video, rientrano tra i dati personali se le persone sono chiaramente identificabili o se è possibile trarre conclusioni sulla loro identità.
Il quadro giuridico per la videosorveglianza è complesso. Prima della messa in servizio i responsabili devono valutare attentamente se è consentito il monitoraggio. In alcuni casi è necessaria una valutazione d’impatto sulla protezione dei dati, in altri no. Un altro dettaglio importante è che le registrazioni generalmente possono essere conservate solo per 72 ore, a meno che non vi sia un motivo specifico per conservarle per un periodo più lungo. Anche la segnalazione delle aree di sorveglianza è un obbligo legale.
Il dibattito sulla videosorveglianza è un tema caldo anche a livello internazionale. In Germania, come sul sito web di BFDI si registra, tendenze simili stanno emergendo con un numero crescente di telecamere di sorveglianza e nuove opzioni tecniche per la sorveglianza. Tuttavia, qui si sottolinea anche che la protezione dei dati deve rimanere una preoccupazione centrale per proteggere i diritti fondamentali dei cittadini.
Resta infine da vedere se e come verranno attuati concretamente i piani di videosorveglianza a Vienna. Il dibattito è stato aperto e prosegue intensamente sia a livello politico che sociale.